Quando ci innamoriamo pensiamo quasi inevitabilmente di volere per noi un finale “da film” o “da influencer” a seconda di quale sia il medium a cui siamo più affezionati. Ma, dovremmo chiederci, che cosa si intende per lieto fine? Non potremmo parlare piuttosto di un “lieto inizio” o di un “lieto procedere” visto che la vita non è come le favole, le quali notoriamente si concludono col matrimonio ma non mostrano nulla di più oltre ad esso?
Secondo gli esperti di relazioni inseguire il lieto fine, che si pensi alle favole, ai film o ai rapporti di coppia patinati di Instagram, può far perdere gran parte della gioia nel viaggio dell’amore, oltre a scatenare una serie di confronti ingiustamente umilianti.
L'ossessione per un unico, grande e standard lieto fine può comportare diversi problemi. Da una parte ci si può sentire frustrati se la propria relazione non corrisponde a una “estetica”, se ad esempio mancano i momenti iconici e i mazzi di fiori al momento giusto, dall’altra si può persino modificare il proprio comportamento nei confronti del partner se questo non corrisponde al ritratto “ideale”.
L’ossessione per il lieto fine ha l’effetto inevitabile di fare sembrare riduttiva una storia d’amore normale, spingendo a chiedere sempre di più o addirittura a lasciare il partner. Per i single, questa mentalità potrebbe tradursi nella “sindrome della principessa triste”, che porta a rifiutare tutti i possibili candidati per una relazione in cerca di un principe azzurro che non esiste.
Specialmente le persone molto romantiche e idealiste dovrebbero ricordare ogni giorno che l’amore è vicinanza, comprensione e compassione ma difficilmente mostrerà le sue bellezze nel modo e nei tempi dei film o delle favole. Scendere a patti con l’imperfezione dei rapporti è l’unico modo per viverli meglio e più a lungo.
Impariamo ad apprezzare di più il momento presente, vivendo il viaggio dell’amore a modo nostro e senza aspettative standardizzate! Abbiamo la straordinaria opportunità di scrivere il nostro lieto fine, diverso da quello di tutti gli altri: l’importante non è essere perfetti… è essere felici! Dunque viva le imperfezioni (umane, dato che non siamo personaggi di fantasia) purché ci sia l’amore e purché si lavori ogni giorno per venire incontro all’altro nel modo più sano e rispettoso possibile.
L’imperfezione non è una scusa per accettare rapporti malsani, ma d’altra parte l’ossessione contemporanea di vedere “red flag” dappertutto fa il paio con l’idealizzazione portando sempre più persone a sentirsi frustrate prima ancora di cominciare una storia d’amore. Perché saltare sempre alle conclusioni quando abbiamo l’opportunità di vivere in ogni momento la vita vera, quella che come direbbe Max Pezzali “neanche un grande libro o un grande film potrebbero descrivere mai”?