Per perseguire i loro scopi i manipolatori utilizzano diverse maschere che li aiutano a circuire la vittima. Spesso tali strategie di simulazione servono a far sì che le altre persone agiscano in modo funzionale al manipolatore, ma credendo di essere state loro a prendere l’iniziativa o ad avere la responsabilità.
Di solito le tecniche di simulazione vengono messe in atto in un momento specifico: quando la vittima si rende conto (o inizia a pensare) di essere all’interno di un gioco manipolatorio. Lo scopo è riportarla dentro le maglie della rete, facendole credere di essersi sbagliata. È invece importante riconoscere le mille maschere del manipolatore per riuscire a disinnescare il suo gioco e liberarsene definitivamente, dando credito al proprio istinto primario. Ecco perciò un elenco delle principali strategie di simulazione, le più usate:
Il manipolatore “vittima” giustifica le sue azioni sbagliate attribuendole a qualcosa che gli è successo molto tempo fa: un trauma, un torto ecc. In questo modo evita di assumersi le proprie responsabilità e guadagna, se il gioco riesce, la compassione di chi ha intorno. Il passato diventa un costante mezzo di giustificazione del presente, qualsiasi esso sia, anche il più becero.
Anche quando viene preso con le mani nel sacco, il manipolatore può fare l’innocente, se necessario distorcendo a proprio vantaggio la realtà dei fatti. Crea così una nuova narrazione, magari del tutto opposta a ciò che è accaduto veramente. L’obiettivo è far passare la sua vittima per accusatore-carnefice-mostro e mettersi dalla parte dell’ingiustamente accusato.
Pur non ammettendo mai i propri errori, il manipolatore può lanciarsi in false promesse e dare la propria disponibilità in accordo a ideali che non segue (come ad esempio la lealtà, la fedeltà, eccetera). Le aspettative sono, naturalmente, destinate ad essere deluse, ma a quel punto entreranno in gioco altre tecniche di simulazione.
Il manipolatore colto in una sua mala azione può fingere di “cadere dal pero”. Il suo tentativo di mostrarsi confuso sarebbe comico se non causasse così tanto dolore: la vittima, irretita, potrebbe dubitare delle sue stesse esperienze fino a credere di non aver mai subito ciò che ha subito… tecniche come questa fanno parte del gaslighting, strategia che porta l’interlocutore a credere di essere pazzo a tutto vantaggio del manipolatore.
Ridicolizzare o svalutare gli altri permette al manipolatore di affermare una posizione di superiorità, apparendo migliore o più competente degli altri. Quindi quando viene sorpreso a sbagliare il manipolatore può indossare la maschera della superiorità (culturale, sociale, personale) addirittura fino a indurre l’altro a chiedergli scusa dubitando delle proprie qualità o conoscenze.
Queste erano le principali maschere utilizzate dai manipolatori. Riconoscerle può essere utile per evitare di stare al gioco, continuando a portare avanti le proprie esigenze senza cedere al ricatto. In genere è bene allontanarsi da persone che tendono a usare spesso queste tecniche in quanto si tratta delle cosiddette personalità tossiche, che non aggiungono nulla alla nostra vita ma ci privano soltanto di energia e positività.