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    La mancanza di tempo: una nuova forma di povertà
    C’è una povertà che non si misura in cifre, ma in attimi: è la mancanza di tempo libero.

    La mancanza di tempo genera sofferenza fisica (stress e connessi) ma soprattutto sofferenza psicologica. Vivere nella morsa degli obblighi che si estendono lungo tutta la giornata, la settimana e l’anno e che non sembrano mai finire è una triste realtà per la maggior parte di noi. Questo ci porta a perdere il fondamentale “tempo libero”, con il suo potenziale di riposo e di esperienze. Il tempo è vita, e la vita passa velocemente quando si è molto impegnati. Con essa se ne vanno i sogni, le possibilità, la gioia stessa di stare al mondo. Ecco perché avere poco tempo per sé e per i propri cari è una nuova forma di povertà.

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    Tutti abbiamo sentito dire che non è la mancanza di tempo il problema, bensì la mancanza di interesse, e che con tanta forza di volontà si può tenere in piedi una vita altamente impegnata ma altrettanto soddisfacente. Questo non è sempre vero.

    Viviamo in una società dove essere occupati è sinonimo di essere produttivi e dove la mancanza di tempo è vista quasi come un fattore di status. Fin da piccoli evitare di oziare e impegnarci in qualcosa ci è stato presentato come un atteggiamento positivo, nobilitante. Inoltre negli ultimi anni gli orari di lavoro, specie con il telelavoro, sono aumentati fino a coprire gran parte della giornata anche oltre il tempo stabilito da contratto. Questo può avere chiuso molti di noi in una morsa che, se si aggiungono gli impegni domestici e familiari, comprime la vita lasciando ben poco spazio al necessario tempo libero.

    C’è allora la stanchezza, che induce a voler andare a letto prima possibile, e c’è il senso di colpa che fa capolino subdolamente. Ci lamentiamo del poco tempo per la famiglia e per gli amici, dei corsi che mai seguiremo, dei libri che mai leggeremo, e ci sentiamo male indebolendo il nostro animo e la nostra autostima.

    Ecco dunque cosa si intende per povertà di tempo: per quanto si possa avere un lavoro eccellente che permette di mettere via ogni mese parecchi soldi, a nulla vale se non si ha tempo per le relazioni, per il divertimento e per il riposo. Spesso questa nuova forma di povertà è aggravata anche da una povertà effettiva, per cui pur lavorando ore e ore non si riesce a mettere via i soldi necessari per dedicarsi alla cultura, ai viaggi e al divertimento: in questo caso abbiamo una doppia povertà, sempre più comune al giorno d’oggi.

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    Che cosa possiamo fare per contrastare questa triste situazione? A volte imparare qualche strategia di gestione del tempo può aiutare, altre volte si renderebbe necessario un profondo cambiamento dello stile di vita che comprenda anche il lavoro. Nel limite del possibile, comunque, cerchiamo di seguire qualche linea guida:

    • Distinguere ciò che è urgente da ciò che è importante.
    • Mettere in agenda dei momenti da dedicare al relax e al riposo.
    • Cominciare a delegare per quanto possibile, senza assumere su di noi tutte le responsabilità che possono essere scaricate.
    • Cercare una finestra di tempo ogni settimana da dedicare agli amici e alla famiglia.
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     Commenti (2)
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    1. annoiato52, Roma (Lazio)
      Ottimo articolo, devo dire che conosco persone che danno la precedenza al lavoro e mi fanno una pena immensa.
    2. laluceneituoiocchi, Chieti (Abruzzo)
      Bellissimo articolo che rispecchia la realtà dei nostri giorni
    Grazie per aver immmesso il tuo commento!
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