Oggi la coppia è fragile: è un dato di fatto. Coppie che si formano, coppie che si lasciano, coppie che ci riprovano, coppie che rimangono incastrate nella porta girevole di rapporti fatti di tira e molla. Dalle più recenti ricerche emerge che in questi ultimi anni le percentuali di “volatilità” dei rapporti d’amore sono aumentate a livelli mai visti prima. Una velocità di “ricambio” del partner altissima, a prescindere dal fatto che ci si sposi oppure no, e del resto anche i matrimoni sono tra i meno duraturi della storia. I motivi di questo fenomeno sono molteplici: maggiore libertà, modelli di comportamento più aperti, presenza ormai massiccia dei social network, che ha aumentato a dismisura la possibilità di incontri e la difficoltà a gestire un numero spropositato di stimoli seduttivi e seducenti.
Non bisogna avere aspettative rigide
Per migliorare le possibilità di successo, la via maestra è comprendere che tra i propri bisogni e desideri, molti sono quelli sono indotti: dall’esterno (ad esempio dall’educazione, dallo status e dalla cultura dominante) e dall’interno (soprattutto dalle nevrosi derivanti dalla storia e dai traumi personali). Solo così si può ripulire la relazione da tutta una serie di elementi che con l’amore non c’entrano niente. Al positivo spirito di ricerca del partner affine corrisponde una negativa tendenza a cadere sempre negli stessi schemi e negli stessi finali, pur volendo in realtà cambiarli. È vero, si cambia più spesso partner. Ma molti, senza accorgersene, scelgono sempre persone con cui instaurare un incastro psicologico molto simile ai precedenti, che conduce in genere alle stesse situazioni e allo stesso risultato.
Si può amare senza un motivo
La “prima mossa” per una storia d’amore è comprendere che non ci si può basare su qualche tipo di calcolo, conscio o inconscio che sia. In pratica, allo base dello stare insieme non deve esserci un “perché”. Insomma, il motivo “vero” del mettersi insieme dovrebbe risiedere in un mistero. Solo il senso del mistero, l’intuizione di qualcosa di inspiegabile, la sensazione che quella persona (e quella relazione) rimandano a una dimensione “altra”, più ampia, sono garanzia iniziale di una “buona unione”. Non bisogna sapere perché si sta insieme, non bisogna riuscire a spiegarselo e a spiegarlo agli altri: è già un buon passo verso una scelta potenzialmente felice . Se la motivazione della scelta, infatti, risiede in un “altrove” non raggiungibile, vuol dire che non risiede nella mente, nei suo calcoli, nei suoi ideali. E non potrà essere facilmente scalfita dai cambiamenti e dalle difficoltà della vita, dalle nevrosi di ognuno, dalle influenze e dalle aspettative che ci sono intorno. Scegliamo la via misteriosa: sarà più facile sentirsi nel posto adatto alla nostra anima.
Prima di tutto discrezione
Quando inizi una relazione non sbandierarlo ai quattro venti e non chiedere l’approvazione di amici e parenti. Il rischio è di “inquinare” le tue percezioni e i tuoi comportamenti con le opinioni e le aspettative altrui o con il tuo bisogno di dimostrare agli altri qualcosa. La stessa accortezza va usata nei momenti di crisi: non violare la privacy esponendo i vostri problemi a troppe persone, altrimenti il mistero che vi lega non potrà agire come “farmaco”.
La via del mistero
Hai scelto la via della imprevedibilità ciò che vi unisce è insondabile e prezioso; poi però arrivano i figli, la routine e tutto rischia di guastarsi. È un rischio alto. La coppia deve sempre trovare tempo per rinnovare la propria “sacralità”: momenti solo per voi due, uscite, mostre, interessi da non lasciare nel cassetto per troppo tempo. Esaurirsi in una funzione – la mamma, il papà - finisce per danneggiare la coppia. Continuate a essere almeno un po’ imprevedibili e l’unione se ne gioverà.
Niente autolesionismo
Di fronte a un partner che, col suo modo di essere, ti fa soffrire di continuo, non c’è mistero che tenga: sii ragionevole e molla la presa. In ogni caso non è col tuo sacrificio che cambieranno le cose, anzi: spesso chi ci fa soffrire si adatta meglio a un partner remissivo e paziente. Il rischio è di innescare una situazione di “vittima e carnefice” in cui entrambi ottengono psicologicamente qualcosa, a un prezzo però altissimo, specie per la salute della vittima.
Non sognare quello che non è…
Tutti noi proiettiamo psicologicamente su un possibile partner tutta una serie di fattori inconsci: bisogni infantili, conflitti irrisolti, richieste di riscatto, lenimento di traumi. Chi vorrebbe in realtà un genitore, chi cerca un salvatore o una principessa da salvare… Attenzione: tutto questo offusca la scelta e il futuro. Cerchiamo di conoscere di più la nostra psiche, così eviteremo di cercare qualcosa che l’altro non può e non deve darci.
Non “costruire“ il partner
Fai il possibile per non crearti nella mente un “partner ideale”, con precisi requisiti, altrimenti sarai attratto non dalla persona in sé, ma dalla sua immagine, che non potrà che essere smontata dalla conoscenza reale: siamo umani e non idee perfette. Al contempo non inseguire neanche simboli di status né modelli indicati dai genitori, per lo stesso motivo.
Passione prima di tutto
Nonostante molti di noi si considerino furbi, l’ingenuità è dietro l’angolo. E la più grande è pensare che ci potrà piacere un partner che non ci suscita l’attrazione di cui abbiamo bisogno. Non commettere l’errore di pensare che l’eros verrà pian piano, col tempo. È un fatto soprattutto chimico ed è visibile fin da subito. Se non c’è, non verrà.