Il termine ipocrisia origina dal teatro antico: questa parola infatti, in greco classico, significa “simulazione”, e si riferisce al ruolo dell’attore incaricato di rappresentare un soggetto o una figura diversi da sé stesso; la parte da interpretare è un guscio all’interno del quale si cela la vera personalità del soggetto.
Di qui, trasposta nella vita relazionale, l’ipocrisia è una maschera indossata per non rivelarsi agli altri, nel tentativo di lasciare il rapporto in superficie senza coinvolgere la parte più intima di sé. L’ipocrita alimenta il rapporto con gli altri senza mettersi in gioco, in una sorta di “vigliaccheria” finalizzata a non sporcarsi le mani, nel tentativo di proteggere se stesso e i propri interessi.
A monte, al netto della cattiva fede o della manipolazione intenzionale, vi sono spesso problemi psicologici irrisolti, egocentrismo, fragilità che la persona stessa non riconosce.
Nel primo gruppo, quello degli “ipocriti deliberati”, vi è la chiara intenzione di dominare l’altro, il quale viene tratto in inganno e fraintende le reali intenzioni dell’interlocutore. Un esempio classico di ipocrisia “premeditata” in amore ci è offerto dai narcisisti e dai manipolatori seriali: questi appaiono all’esterno, almeno inizialmente, come persone disponibili, affabili, premurose… pensiamo solo al classico love bombing del narcisista! Questa maschera, destinata prima o poi a cadere nel rapporto più intimo con il partner, spesso viene mantenuta all’esterno della coppia nell’intento di “salvare la faccia” in società anche quando le azioni compiute nell’intimità sono di vera e propria violenza psicologica.
Nel secondo gruppo, quello degli “ipocriti involontari”, vi sono spesso persone che si nascondono per la paura, a propria volta, di essere ingannate o soffrire a causa degli altri; quindi la “maschera” viene utilizzata in una sorta di autoprotezione.
Possiamo rinvenire atteggiamenti ipocriti sia in ambiti di amicizia e amore che nei rapporti di lavoro: in questo caso ci troviamo spesso di fronte a dinamiche di sopraffazione per convenienza, agganciate ai miti della carriera e del guadagno economico. Si blandisce l’altro per puro ed esclusivo interesse personale, pianificando le proprie mosse nei minimi dettagli per procurare infine un danno a chi è visto come potenziale “concorrente”.
Analizzando bene quindi la maschera dell’ipocrita nasconde, nei vari ambiti nei quali viene “indossata”, un’insicurezza di fondo, personali debolezze, forte desiderio di conquista e la mancanza più totale di coinvolgimento emotivo. Ma a chi si rivolge l’ipocrita nel suo agire? Sceglie degli interlocutori privilegiati o agisce in modo indiscriminato?
Se la persona ipocrita tende ad assumere le sembianze di un amico, un partner, un collega affettuoso e complice pur essendo privo di un autentico interesse affettivo, non sembra errato sostenere che la scelta dell’interlocutore non sia lasciata al caso. Il desiderio di conquiste sociali o di potere e la voglia di giocare con i sentimenti altrui spingono sempre gli ipocriti verso “bersagli” che più si prestano al raggiungimento dello scopo.
Ora, come riconoscere e smascherare una persona ipocrita? Solitamente questi si comporta in modo diverso da ciò che pubblicamente sostiene, tende continuamente a cercare una giustificazione alle proprie azioni e nel fare un complimento usa talvolta espressioni di cattiveria. In ordine al linguaggio del corpo, il sorriso dell’ipocrita coinvolge solo la bocca mentre gli occhi non fissano quasi mai quelli dell’interlocutore; spesso non appare rilassato e se si trova in difficoltà tende a deviare il discorso su argomenti neutri.
Infime, come difendersi da tutto ciò? Le migliori armi, a dispetto dell’ipocrisia, sono lealtà, sincerità e autenticità che hanno il potere di smontare chiunque; è importante poi non lasciarsi scalfire dall’amarezza che ne può derivare, nella consapevolezza che l’autenticità è un valore impagabile.