Chi è pigro sa bene quanto sia difficile, alle volte, alzarsi da quel maledetto divano o decidersi a concludere la pausa caffè e tornare al lavoro! Ma non tutti siamo pigri allo stesso modo.
La pigrizia è una resistenza all’azione che si accompagna, spesso e volentieri, alla tentazione di procrastinare il più possibile una certa attività. È facile che la pigrizia si leghi ad ambiti che non ci piacciono e ad attività che ci risultano in generale fastidiose: ecco perché molti di noi non sono pigri in assoluto, ma solo riguardo a certe aree dell’esistenza. A volte, la resistenza ad entrare in attività è legata non tanto ad attività sgradevoli, ma a un inconfessato timore legato alla riuscita delle stesse: siamo meno pigri quando qualcosa ci riesce facile. Riassumiamo questi aspetti nei diversi tipi di pigrizia:
La pigrizia fisica è decisamente la più diffusa. Chi non fa fatica ad alzarsi dal letto la mattina o cerca di rimandare il momento in cui dovrà portare a spasso il cane sotto la pioggia? Questo genere di inerzia a volte è legato semplicemente alla stanchezza accumulata: se dopo una giornata di duro lavoro e di spostamenti infiniti in città ti siedi sul divano e non vorresti più rialzarti, sappi che non c’è niente di più normale. Molti però cercano un modo di aggirare la propria pigrizia fisica nel momento in cui decidono di iscriversi in palestra e sono in cerca di strategie per mantenere la costanza. Di solito, il problema principale è la motivazione: molti di quelli che iniziano uno sport non posseggono una motivazione sufficiente ed è proprio questo che li porta ad abbandonarlo. Se proprio non ci piace lo sport, forse è meglio provare altri modi di tenerci in attività o provare ad allenarci in compagnia.
Anche la pigrizia mentale, come quella fisica, dipende spesso da una mancanza di motivazione: rispetto a un’attività cognitiva complessa e non percepita come troppo necessaria o urgente si preferisce la comodità immediata del relax. A volte, la pigrizia mentale nasconde però anche una sfiducia in sé: se leggere un saggio, redigere una relazione o fare i conti delle spese di casa ci sembra “troppo per noi” e non ci sentiamo in grado di farlo bene, potremmo usare la pigrizia come scusa per mascherare questo timore. Per vincere la pigrizia mentale è importante riconoscere a noi stessi che possiamo ottenere buoni risultati e non dimenticare di gratificarci quando ce la facciamo.
La cosiddetta “pigrizia esistenziale” è tipica di malattie come la depressione. Ha a che fare con una mancanza di motivazione che non si limita a una singola attività ma riguarda l’insieme della vita di una persona. Quando non si sente la voglia di vivere, di amare e di gioire non si tratta di vera e propria pigrizia ma di un sintomo di qualcosa di più grande, che va affrontato solitamente con un aiuto specialistico.
Anche la pigrizia spirituale riguarda il profondo della persona. Un esempio possibile potrebbe essere quello di chi dopo aver subito tante delusioni sentimentali non sente più il desiderio di ricercare l’amore. Questo tipo di pigrizia “interiore” può e deve essere affrontato poco per volta, ricordandosi che la routine non può bastare a renderci felici e tutti abbiamo bisogno di vivere attraverso le emozioni: ce lo meritiamo!