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    Secondo uno studio, le nonne sono emotivamente più legate ai nipoti che ai propri figli
    Secondo le ricerche dell’antropologo statunitense James Rilling, le nonne provano un’empatia speciale per i loro nipotini; una connessione emotiva molto più viscerale di quella che le lega ai propri figli.

    Quello tra nonna e nipote, si sa, è un legame molto speciale. Nel nostro Paese i nonni sono coloro che, nella maggior parte delle famiglie, aiutano ad allevare i bimbi, tenendoli con sé mentre i genitori sono al lavoro. Questo fondamentale ruolo sociale e la vicinanza continua ai figli dei propri figli non bastano, però, a spiegare quel legame così intenso che si instaura tra anziani e bambini e che resta per sempre nella memoria dei nipoti quando gli amati nonni vengono a mancare. 

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    Secondo uno studio dell’antropologo statunitense James Rilling, pubblicato sul quotidiano britannico The Guardian, la simbiosi tra nonne e nipoti avrebbe delle basi biologiche e scientifiche. 

    Rilling ha analizzato approfonditamente i sistemi cerebrali di una cinquantina di nonne che avessero nipoti in tenera età e le ha sottoposte a una risonanza magnetica mentre mostrava loro, in sequenza, le fotografie dei loro figli, dei loro mariti, dei loro nipoti e poi di alcuni estranei. Il risultato è che le anziane signore mostravano tutte una attivazione della cosiddetta “empatia emotiva” quando guardavano le immagini dei nipoti. Se la foto ritraeva un nipotino sorridente, la nonna “sentiva” la sua gioia, almeno da quanto si poteva vedere tramite la risonanza. 

    Questa “empatia emotiva” non si manifestava, invece, quando alle nonne venivano mostrate le immagini dei propri figli (ma anche dei nipoti più grandi, già adulti). In luogo di una connessione emozionale si instaurava, a quanto è emerso dalle risonanze, un tipo di empatia più intellettuale, detta dagli scienziati “empatia cognitiva”. 

    La differenza tra empatia emotiva e cognitiva, semplificando un po’, è spiegabile in questo modo: mentre l’empatia emotiva consente di “sentire” cosa prova l’altro a un livello immediato, animale e istintivo, l’empatia cognitiva permette di ricostruire i pensieri e le emozioni altrui analizzandole attraverso un processo ragionativo. Ovviamente, il primo tipo di empatia riesce a donare emozioni più forti e viscerali rispetto al secondo. Ecco perché l’impressione comune che il legame tra nonne e nipotini sia “più speciale degli altri” potrebbe avere delle basi biologiche, inscritte nel nostro DNA. 

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    Perché la tesi risulti effettivamente dimostrata occorreranno ricerche più approfondite e differenziate. È possibile infatti che, se tra adulti e bambini si stabilisce “naturalmente” una connessione emotiva particolare, questo non sia un fenomeno comune solo tra nonni e nipoti ma anche tra genitori e figli, tra maestri d’asilo e allievi, tra pediatri e piccoli assistiti, eccetera.

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