Bronnie Ware è una scrittrice australiana di grande successo. La sua esperienza è iniziata, diversi anni fa, grazie a un lavoro che implicava per lei un grosso carico psicologico: doveva assistere i malati terminali. Parlando con loro, ha avuto modo di rendersi conto di quali fossero i loro principali rimpianti e ha scritto di essi in un famoso articolo: “i cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire”, divenuto poi la base di un libro.
L’esperienza di Ware con i malati in punto di morte è ben più forte di quella vissuta da un coach motivazionale qualsiasi ed è proprio l’intensità degli spunti che ha tratto ad aver fatto riflettere già migliaia di persone su come conducono la propria vita.
Ma quali sono i rimpianti raccolti da Ware? È possibile porre loro rimedio in anticipo? Vediamolo insieme.
Questo rimpianto è, tristemente, tra i più comuni. La maggior parte di noi indirizza la propria vita sul solco delle aspettative dei genitori o della propria rete sociale, finendo per mettere da parte i propri sogni e le proprie attitudini. I valori personali vengono continuamente schiacciati fino a che non ci si rende conto di aver vissuto una vita “falsata”, condotta sulla base di desideri non propri. È possibile porre rimedio a tutto ciò? Certo, dando più valore ai propri sogni, lottando per essi e mettendoli al primo posto rispetto a tutto il resto.
“Vorrei aver lavorato meno”
Il lavoro è tanto, ma non è tutto. Il punto è che troppo spesso ce ne dimentichiamo! Presi dall’esigenza di sostentare la nostra famiglia o anche dal desiderio di far carriera nel mestiere che amiamo, tendiamo a mettere da parte tante altre esperienze che hanno in fondo ancor più valore. La vita non è solo dovere ma anche, e soprattutto, condivisione di emozioni e di momenti intensi con il partner, i figli e gli amici. Alcune persone (fortunate, a dire il vero!) trovano nel proprio lavoro una missione, quasi una ragione di vita. Eppure anche in questo caso occorre ridimensionare il concetto ricordando che il fine del lavoro è rendere la vita piacevole per se stessi, per i cari e per la società, non solo accumulare soldi, fatica e premi.
Abbiamo sempre paura che vivere fino in fondo i nostri sentimenti e condividerli possa farci male. Non amare troppo per non restare delusi, non commuoversi per non sentirsi sconvolti, non infiammarsi per una causa per non disilludersi… ma arrivati a un certo punto, potremmo renderci conto che invece sarebbe stato meglio far capire a chi amavamo quanto tenevamo a lui! Per questo, il consiglio di Bronnie Ware è di farsi coraggio ed esplorare con sincerità, fino in fondo, quei sentimenti e quelle emozioni che tramutano la vita in un’esperienza straordinariamente intensa.
Tenersi stretti gli amici è importante per vivere una vita piena. Quando ci si rende conto di aver perso di vista i propri amici, anziché lasciarsi andare al rimpianto, è meglio far di tutto per recuperarli. L’uomo è nella sua più intima natura un animale sociale: avere dalla nostra parte una rete di rapporti sinceri dovrebbe essere una priorità assoluta nella vita.
Il consiglio di Bronnie Ware e delle persone che ha intervistato è ricordarsi di godere di ogni giorno della propria vita al massimo possibile, non pensando sempre e solo a guardare avanti ma permettendosi di cogliere i piccoli/grandi piaceri del presente. La felicità è in gran parte una scelta, non solo qualcosa che ci cala dall’alto: per questo abbiamo la possibilità di darle più spazio fin da subito.