La prima esperienza d’amore è nella vita di tutti noi una tappa significativa: ci dà, per così dire, un “imprinting” che poi si ripresenterà per similitudine o per opposizione in tanti dei nostri rapporti futuri. Come sottolinea lo psicanalista Roberto Pani, questa caratteristica di esperienza formativa rende il primo amore difficile da dimenticare, ma se per qualcuno si tratta di un “sogno”, per qualcun altro è piuttosto un “incubo”.
Il primo amore è quasi per tutti un’esperienza carica di idealizzazione, nutrita dai racconti degli adulti o degli amici più grandi: si ha una mescolanza assai particolare di vissuto e sognato, reale e immaginario. Questo a patto che il primo incontro amoroso sia sincero e autentico, ma per molti non è così. Capita di incontrare fin da piccoli persone insensibili, poco attente, poco rispettose e di avere quindi un imprinting negativo e deludente. Per questo Roberto Pani invita i genitori e gli educatori a essere un po’ meno pudici e ad affrontare il discorso sulle relazioni coi propri figli preadolescenti, spiegando loro che l’amore non è necessariamente un’esperienza “da film”, per quanto bello possa essere.
Eppure il primo amore è un’esperienza potente, e lo è anche se negativa: anche il primo cuore spezzato insegna tante cose.
Di norma le persone adulte riescono, con l’accumularsi delle loro esperienze, a emanciparsi dal primo amore, positivo o negativo che sia stato: gli entusiasti e i sognatori riducono il carico di idealizzazione che prima mettevano sui rapporti, mentre i “delusi” imparano che in fondo vale anche la pena di fidarsi ogni tanto. Alcune persone però si trovano costrette a riconoscere di essere ancora influenzate da quella prima esperienza, nonostante siano passati molti anni.
La nostalgia per il primo amore è soprattutto nostalgia per quella stagione di purezza ed innocenza che si vuol vedere nella propria infanzia: un tempo in cui il cinismo non faceva ancora parte di sé, in cui le grandi delusioni ancora non c’erano state, in cui tutti i sogni erano possibili. Per qualche persona, il grumo di sentimenti che ancora circondano il primo amore sono essenzialmente dei rimpianti non per l’altro, ma per sé.
In fondo non è poi tanto vero che il primo amore non si scorda mai: lo ricorda di più chi ha bisogno di ritrovare qualcosa di sé bambino, qualcosa che non ha potuto sviluppare pienamente o sente di aver perso. Togliere un po’ di idealità a certi ricordi, riducendone la portata simbolica, può certamente far bene. Il primo amore non è il primo in senso cronologico. Chi sia venuto prima o dopo non importa affatto. Pensiamo invece alla prima volta in cui abbiamo potuto davvero dire “noi”, alla prima volta in cui ci siamo sentiti accolti e amati, e quella sia la pietra miliare dei nostri ricordi.