Anche rispondere ai complimenti richiede savoir faire poiché si corre il rischio di farsi condizionare da dinamiche psicologiche fuorvianti, quando la semplicità e la naturalezza di un “grazie” sono davvero le più adatte. Nel timore infatti di apparire presuntuosi o al contrario troppo umili si finisce per adottare comportamenti stereotipati i quali sortiscono proprio gli effetti che si volevano evitare. Quali sono le dinamiche che ci impediscono di accettare serenamente i complimenti?
Tutti questi meccanismi mentali stanno a monte di un concetto semplice quanto basilare: l’immagine che l’individuo vuole proiettare all’esterno non è mai uguale a sé stessa ma cambia a seconda del contesto sociale. Il dover apparire in un certo modo soffoca il vero io interiore che non appare quasi mai, trovandosi esso nell’ultimo strato di una serie di atteggiamenti e di convinzioni stratificatesi nel tempo.
Quando basterebbe un semplice “grazie” per dimostrare il piacere semplice e sincero di essere gratificati dagli altri, ci inerpichiamo, inconsciamente il più delle volte, in pregiudizi fuorvianti su noi stessi in primis e sugli altri in secundis. È quindi sempre più necessario per il nostro benessere interiore liberarci da questi pesi e non pensare di dover sempre dimostrare qualcosa.
Per tornare ai complimenti che si ricevono, non si dimentichi la delicatezza di estenderli anche a persone vicine a noi che abbiano contribuito in qualche modo al motivo dell’elogio, questo soprattutto in campo professionale ma non sempre, se è vero che dietro un successo individuale si nascondono il più delle volte l’appoggio e la collaborazione di altre persone vicine.
In conclusione, alleniamoci a ricevere i complimenti che meritiamo, e facciamolo abbandonando i meccanismi di difesa che continuamente ci portiamo appresso. Se qualcuno ci fa un complimento, spesso è mosso dal desiderio semplice e sincero di farci piacere. Non deludiamolo, accettiamo questo piacere! Solo così saremo davvero pronti a ricambiarlo quando sarà il momento.